Page 55 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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nel Regno (maestri giustizieri, giustizieri, camerari, baiuli e
giudici) "capite puniri censemus".
Le universitates che avessero osato ordinare ufficiali avreb-
bero patito una "desolazione perpetua" e gli abitanti sarebbero
stati ridotti allo stato di servi ("angarii") (Die Konstitutionen,
1973, I, 50).
Quelle 'usurpazioni' rivelano le aspirazioni avanzate da comu-
nità urbane in fase di crescita socio-economica. Una crescita
segnalata anche dall'evoluzione degli ordinamenti pubblici dei
centri demaniali, corrispondente all'evoluzione della realtà
urbana. Si consideri la domanda di rafforzamento delle strut-
ture pubbliche, dell'apparato amministrativo locale, di amplia-
mento dei servizi necessari alla vita di relazione sociale. Ser-
vizi e ruoli attribuivano influenza e prestigio che si volevano
mantenere trasmettendo ereditariamente le funzioni esercitate.
Così si costituivano le prime dinastie di pubblici ufficiali, dei
giudici cittadini. Fra l'altro, va notato, la loro presenza e parte-
cipazione era necessaria per dare forza giuridica agli atti pri-
vati rogati dai notai.
A loro volta i notai crescevano di numero e di importanza per
il ruolo che assolvevano anche nell'amministrazione locale,
nella vita pubblica oltre a quella sociale nelle comunità, nelle
città così come nelle "terre" abitate. Pertanto, non a caso si
segnalava, oltre a una quasi completa laicizzazione, un accre-
sciuto numero di dinastie professionali. I documenti conser-
vati nei cosiddetti 'tabulari' delle chiese e dei monasteri
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