Page 57 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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travano  le  sollevazioni  di  Siracusa  e  Nicosia;  quindi  altre  a
          Troina, Montalbano, Centorbi (Centuripe), Capizzi. Federico
          le represse duramente, distrusse gli abitati, ne scacciò i ribelli;
          trasferì di forza gli uomini di Centuripe e Capizzi a Palermo
          (1233). Ancora, nel 1233 Federico entrò in Messina, ove cat-
          turò  un  Martino  Bellone,  che  aveva  capeggiato  la  sedizione
          popolare, e i suoi complici. Ne fece impiccare alcuni e altri

          bruciare (ibid., a. 1233).
          Le rivolte cittadine parevano offrire un'ulteriore motivazione

          al  programma  federiciano  di  controllo  del  territorio,  e  delle
          comunità, e del cosiddetto ordine pubblico nelle città, in forza
          di idonee strutture.

          Riccardo  da  Lentini  era  l'ufficiale  preposto  alla  costruzione
          degli edifici regi. Federico gli affidò la fortificazione di Sira-
          cusa, Caltagirone, Milazzo, la costruzione del castello di Au-
          gusta. Nel 1239 iniziò la costruzione del castello Ursino a Ca-
          tania, anche con il sostegno finanziario della comunità citta-
          dina, la quale allora si sottraeva alla su-bordinazione vassal-

          latica al vescovo.
          Quelle tensioni e rivolte appaiono in buona misura motivare
          l'ordine perentorio, impartito da Capua nel 1220, con cui im-

          poneva che "omnia castra, munitiones, muri et fossata, que ab
          obitu regis Guillelmi usque ad hec tempora de novo sunt facta
          in illis terris et locis que non sunt in manus nostras […] fundi-
          tus  diruantur  et  in  illum  statum  redeant  quo  […]  con-
          sueverunt" (ibid., a. 1220), e negli anni Trenta si impegnò in



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