Page 83 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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York, annovera tra i suoi lavori la pubblicazione di una rivista
          bilingue  (sia  in  inglese  che  in  siciliano).  Nel  2004,  è
          stata  creata  una  versione  sicula  di  Wikipedia, oggi  com-
          pleta di ben 24.490 voci.

          Data la posizione strategica dell’Isola, è evidente che anche la
          sua lingua abbia subìto diverse trasformazioni, nel corso dei
          secoli. Le diverse invasioni di fenici, greci, arabi e spagnoli,
          hanno dunque portato ad arricchirne il vocabolario e a cam-
          biarne o acquisirne le forme grammaticali.

          Le  influenze  più  antiche  sembrerebbero  essere  visibili  oggi
          nei  nomi  attribuiti  alle  piante  che  popolavano,  spontanea-
          mente la regione; come ‘alastra’, che sta ad indicare generica-

          mente una specie di leguminosa spinosa, oppure termini più
          tecnici che derivavano da quella che era la semplice vita con-
          tadina  del  tempo, e  la  spiegazione  dei  fenomeni che  ac-
          cadevano intorno a sé, come il termine ‘ammarrari’, che sig-
          nifica costruire un canale d’acqua o fermarne la corrente, op-
          pure ‘calancuni’, un termine che sta ad indicare un’onda im-

          petuosa o un torrente in piena.
          Dopo le parole di origine latina, una delle influenze principali
          sulla lingua siciliana, è sicuramente rappresentata dalla lin-

          gua greca (per un 14,66%), approdata sull’Isola anche e con
          tutta probabilità,  tramite la dominazione Romana e Bizantina;
          alcuni  esempi  sono  dati  dai  vocaboli  ‘appizzari’  cioè  ap-
          pendere,  attaccare,  da  ‘babbiari’  ovvero  scherzare  (termine
          che si trova anche nel dialetto calabro), e dal termine càntaru,



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