Page 84 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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ovvero ‘tazza’, esteso poi a catino o bacinella, (da kantharos),
che ritroviamo anche, simile, nella lingua salentina. Persino il
noto termine ‘caruso’ (ovvero ‘ragazzo’), sembrerebbe deri-
vare dal greco (kouros); stesso discorso per ‘cammisa’,
‘tumassu’ (da cui il tumazzu, tipico formaggio siculo),
‘cirasa’, parola sicula che presenta similitudini anche nella
lingua calabra e napoletana, e ‘chìanca’, che indica la macel-
leria (dal verbo greco ‘kiankeo’, macellare). Di origine greca
sono anche diversi cognomi tipici siciliani, soprattutto di
influenza dorica, come Alfeo o Alfei, Nunziato o Nunzi e
Maffeo o Maffei, derivati normalmente da nomi propri di per-
sona.
L’influenza araba è particolarmente persistente già a par-
tire dalla dominazione Bizantina della Sicilia, voluta ed effet-
tuata dalle armate dell’Imperatore Giustiniano I che ne fece
sua provincia. Primo fra tutti è sicuramente il termine
‘partuallu’ (arancia), di cui si hanno forme simili anche nella
lingua calabra e portoghese, che per alcuni sembrerebbe deri-
vare dal greco ‘portokali’, mentre con tutta probabilità trae
origine dal termine ‘burtuqal’.
Tra i vocaboli di origine araba ritroviamo forse quelli più noti
del siciliano, anche al di fuori dei confini della Regione; forse
perché furono gli Arabi ad occuparsi dello sviluppo, agri-
colo, urbano e dunque economico, dell’Isola, nella sua to-
talità.
Dalla parola araba ‘harrub’, deriva infatti il termine carrubo
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