Page 182 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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magini che lasciavano senza fiato. Gente senza vita, coperta
da un telo, in mezzo alla strada. Erano tanti, i controsensi. Chi
stava già economicamente bene, sarebbe stato ancora meglio.
Il virus avrebbe lasciato macerie, dietro di sé.
«Non saremo affatto migliori – pensò – saremo peggiori. Pas-
sata la finta solidarietà, il mondo sarà ancora di più nelle mani
di chi potrà permettersi qualsiasi cosa. E agli altri rimarranno
le briciole, la rabbia, la disperazione».
Erano, ancora una volta, brutti pensieri. Il suo omino di met-
allo, dalla testa piatta, aveva assunto le sembianze del volto
della guerra, il quadro di Salvador Dalì. Una espressione dis-
perata.
Passò la notte ad organizzare una colletta per la famiglia del
collega mancato. Sarebbe arrivata, poi, la forma di sostegno
prevista in quei casi, dalla compagnia. I primi giorni, però,
erano i più difficili. E comunque, l’idea era di far arrivare
anche un abbraccio, oltre a quegli aiuti concreti.
Gli venne in mente che l’avrebbe rivisto, in qualche modo,
tornando ad imbarcarsi. Gli sarebbe sembrato di incontrarlo,
in mezzo ai volti sorridenti degli altri. Pensò che non avrebbe
mai saputo quanti altri imbarcati avevano ceduto a quel virus,
a causa di ritardi, di errori, di sottovalutazioni. Era così anche
a terra, anche se in mare ti sentivi più solo.
Un poco alla volta, stava ricomponendo i pezzi della storia.
Sentiva la necessità di rimettere a posto le cose, riconseg-
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