Page 187 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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«Chissà perché – si disse – continuo a sognare quei momenti
in famiglia. Chissà perché non riesco a non vedere mia madre,
continuamente, appena socchiudo gli occhi». Era logico, che
il pensiero fosse lì. Ma quel meccanismo infernale, non le per-
metteva di prendere fiato. Ogni volta che le appariva l’im-
magine della mamma, iniziava a piangere. Si tormentava.
«Perché non volevo guardare le fotografie – si chiedeva – per-
ché dicevo che non mi importava. Come vorrei poter trascor-
rere questa Pasqua insieme, sfogliando vecchi album. Non
voglio lamentarmi più, mai più. Prometto che trascorreremo
ore a ricordare quei vecchi aneddoti, quei momenti felici…».
Magari avesse potuto fermare il tempo, riportarlo al giorno
prima del ricovero, cambiare le cose. La mamma aveva un po’
di febbre. Non passava.
«Stai tossendo troppo..».
«Ma no, ma cosa vuoi che sia. Lo sai che siamo vecchi, io e
tuo padre. Un po’ di tosse ci sta, è primavera…».
«Mamma, riguardati. Hai preso le medicine? Stai al caldo?
Evita di fare sforzi inutili…».
«Ma chi è qui la madre e chi è la figlia? – rideva lei – mi sa
che si stanno invertendo i ruoli, eh…».
Quante cose non dette. Quante parole rimaste sospese. Non
aveva nemmeno gli album delle fotografie, erano tutti a casa
della mamma. Le avrebbero dato conforto, in quei momenti.
Come quando il figlio più piccolo era venuto a portarle un
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