Page 188 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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disegno della nonna, «da regalarle appena torna a casa». Ed il
più grande aveva fatto gli occhi scuri: «Non tornerà – aveva
detto – non glielo darai mai…». Il piccolo aveva sgranato gli
occhi, pieni di lacrime. E lei aveva dovuto dire che no, non
era vero, che erano solo paure infondate. Ma dentro si era sen-
tita stringere, e si era chiesta come mai il ragazzino avesse
pronunciato quelle parole terribili, tanto più di fronte al fratel-
lino. Aveva provato a parlargli, ma lui si era chiuso nel silen-
zio. Non c’era stato niente da fare. Tutti continuavano a dire
che le persone anziane non avevano scampo. E anche i bam-
bini avevano assorbito questo pensiero, tanto da non credere
più che la nonna sarebbe guarita.
Parlare con il padre, poi, era diventato uno strazio.
«Hai mangiato?».
Silenzio.
«Papà… ti senti bene?».
«Come vuoi che stia, tua mamma non è qui. Siamo sempre
stati insieme, per tutta la vita, ci siamo svegliati accanto, ab-
biamo condiviso tutto. E ora sono chiuso in questa casa, senza
qualcuno con cui parlare, con tutte le sue cose che mi
guardano…».
Aveva ragione, ma non era quello il modo di affrontare la
situazione. Non era colpa di nessuno, se si doveva stare a
casa, lontani, col rischio di ritrovarsi di punto in bianco in
terapia intensiva.
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