Page 193 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Scelse di non dirlo ai bambini. Lo avevano già intuito. Nes-
suno dei due, da quell’istante, chiese più di poter parlare al
telefono con i nonni. Mai più.
Quando suonarono al citofono, pensò ad un errore. Era, in-
vece, un pacco per lei. Il nome del mittente la fece sobbalzare.
C’era il nome del padre. Doveva averlo preparato qualche
giorno prima del ricovero, quando ancora pensava che forse
ce l’avrebbe fatta.
Era un involucro di carta ocra, quella da pacchi. Conteneva
centinaia di vecchie fotografie. Si trovò a sorridere, ripen-
sando a quei brevissimi sogni, intensi, in cui la mamma le rac-
contava di quelle immagini. Decise che le avrebbe riguardate
a Pasqua, sul divano, con i bambini. La tradizione sarebbe an-
data avanti. E di certo sarebbe arrivato un giorno in cui le
avrebbero detto che si annoiavano un mondo, a sfogliarli.
I ruoli si scambiano, nel tempo. Passano da uno all’altro, con
lo scorrere degli anni. E piano piano, chi è meno giovane esce
di scena, passando dal retro. Dicevano che il virus faceva
morire soffocati, dando la sensazione di affogare. Per lo
meno, pensò, si sono presi per mano, e hanno affrontato in-
sieme quest’ultima battaglia. Era certa che papà non si fosse
limitato a farsi ricoverare, ma che avesse trovato il modo per
farle visita, per rivederla, per non lasciarla andare via da sola.
Chissà che cosa aveva combinato. L'immagine le fece allagare
gli occhi di pianto. Poi si consolò. A Pasqua non ci sarebbe
stata resurrezione, per loro, ma di certo li avrebbe sentiti vivi,
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