Page 195 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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NON RIESCO



          «Non riesco a togliermelo dalla testa. Non ci riesco».

          «Devi  farti  forza,  devi  dimenticarlo.  Lo  devi  a  te  stesso,  lo
          devi a noi, la tua famiglia».

          «Non ci riesco. Non ne sono capace. Continua a ritornarmi in
          mente, rivedo i suoi occhi. Provo un senso di colpa, come se
          fossi vivo al posto suo».

          «Ce la farai. Devi lasciarlo andare via. Non trattenerlo. Non
          puoi riportalo in vita…».

          L’uomo  era solo,  nella  sua cameretta,  che sapeva di  nuovo.
          Aspettava  la  fine  della  quarantena.  Lo  avevano  dimesso
          dall’ospedale, ma non poteva ancora tornare a casa. Troppo

          rischioso.
          Aveva una moglie giovane e due bambini piccoli. Meglio as-

          pettare ancora un po’.
          Era immensamente felice, perché era guarito. E tuttavia ogni
          giorno,  da  giorni,  tutte  le  telefonate  infinite,  fatte  a  casa,  si

          concludevano  allo  stesso  modo.  Male.  Litigando.  Perché  lui
          non  riusciva  a  superare  quel  trauma,  e  lei  non  capiva  la
          ragione. Lui insisteva, ne parlava e ne riparlava ancora. E la
          morte  di  quell’uomo,  il suo  vicino  di  letto,  in  ospedale,  era
          diventata un tarlo, un incubo, che rovinava la sua pace appena

          ritrovata. Tanto che la donna aveva iniziato a non poterne più.
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