Page 215 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 215
diversa rispetto a come l’aveva vista poche ore prima.
«Non voglio sapere niente – disse fra sé – non voglio nem-
meno chiedermi come sia arrivata qui».
Stava ancora pensando a quel bonsai, quando sentì la voce del
custode che gridava: «Signore, signore, il cimitero è chiuso. È
chiuso. È per il coronavirus. Non si può entrare. Venga via».
Rudy si girò per scusarsi: «Immaginavo, sì, ma il cancello è
spalancato. Non vedendo nessuno, mi sono affacciato…».
Non raccontò di quanto aveva già fatto. Finse di essere appena
arrivato. Ed il custode fu gentile: «Il cancello ce l’hanno spal-
ancato stanotte – spiegò – e non sappiamo chi sia stato. Le
telecamere ci sono, ma non è stato ripreso nessuno. Non ci
spieghiamo come mai. È come se fosse passato un fantasma.
Ho chiamato la polizia, perché temevo che ci fossero stati dei
vandalismi, che avessero rubato qualcosa. È successo tante
volte. Stavolta no. Non manca niente. E non ci sono lapidi
danneggiate, per fortuna. Chissà chi è stato, chissà perché.
Chissà che cosa voleva».
«La gente è strana – rispose Rudy – la vita è ancora più
strana». Il custode annuì: «Lei non immagina quanto. Potrei
scrivere un libro sulle cose assurde che succedono qui dentro.
Gente che si perde, persone che parlano con le fotografie. C’è
stato perfino un ragazzo che si è innamorato di una immagine,
di una adolescente dell’Ottocento, mancata giovanissima.
Veniva tutti i giorni a trovarla, come se fosse ancora viva. E
non voleva accettare che quell’amore non avrebbe mai potuto
215