Page 211 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 211
Si lasciarono con un appuntamento per la mattina dopo. «La
mia liberazione – pensò Rudy – avverrà nello stesso giorno in
cui restituirò a Rodolfo la sua fotografia amatissima. Un’altra
coincidenza».
Dormì poco. Si svegliò col cuore che batteva forte, ma non
riuscì a ricordare che cosa avesse sognato. Sul telefonino
c’era una luce accesa. Era un messaggio vocale. C’erano le
voci dei bambini, che lo chiamavano papà, e gli annunciavano
che avrebbe trovato una bella sorpresa, a casa. E dopo, c’era
un messaggio della moglie, che gli rivelava che la sorpresa era
un dolce «bruttissimo ma tenero, probabilmente non commes-
tibile», che avevano cucinato insieme. Lo aspettavano a casa.
Erano felici di riabbracciarlo. E lui ne era consapevole.
«Chissà – si domandò – se è più difficile rifugiarsi in un
amore impossibile per qualcuno che non c’è più, o affrontare
l’agonia lenta e inesorabile di un amore reale, messo alla
prova dalla vita». Si alzò, preparò le sue cose. A breve
sarebbe passato il medico, per firmale il nulla osta al suo rien-
tro a casa. Si girò a guardare il davanzale. Si sporse in avanti,
per vedere meglio. E vide il bonsai. Lo prese fra le mani, lo
sollevò, lo portò dentro la stanza. Lo appoggiò sul comodino.
Aveva detto bene, la proprietaria dell’appartamentino di
Rodolfo. Era perfetto. E tuttavia, era del tutto inanimato.
Come se la linfa vitale fosse evaporata all’esterno, lasciando
uno scheletro senza più anima. Legato con una cordicella,
c’era un sacchettino di tela. Sciolse il nodo, mise la mano
211