Page 206 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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respiratore, avrebbe desiderato fargli sapere che - anche se
non credeva al soprannaturale - comunque lo ammirava, per
essere stato capace di provare un amore così eterno, e per aver
accettato con serenità di fare un passo indietro. E di permet-
tere a lui di vivere.
Decise di non parlarne più alla moglie. Decise di fare da solo.
E – dalla sua cameretta di quarantena – cominciò a telefonare,
nel tentativo di arrivare al cognome e all’indirizzo di Rodolfo.
Prima chiamò il reparto dell’ospedale, quello in cui erano stati
ricoverati insieme. Poi la segreteria della sanità locale. Poi le
agenzie funebri. Non c’era niente da fare. Gli rispondevano
che non potevano dire niente. Questione di privacy. Tentò di
fingere una parentela che non aveva, disse di essere un lon-
tano nipote. Non funzionò. Gli chiesero atti e documenti. E lui
nemmeno conosceva il cognome di Rodolfo.
Telefonate. Telefonate. Telefonate. Tutte a vuoto.
Per quanto fosse assurdo parlare di privacy, visto che
quell’uomo non era più in vita, tutti gli chiusero la porta in
faccia. Nemmeno il prete, che visitava tutti gli ammalati, poté
aiutarlo. Lo ricordava, quell’uomo, ma non aveva avuto con-
tatti con lui. Era mancato troppo in fretta. E non sapeva come
si chiamasse.
«Come faccio a cercare un Rodolfo di cui nemmeno so il cog-
nome?». L’impresa pareva impossibile. Rudy però sapeva che
non avrebbe trovato pace, se non ci fosse riuscito. Perché ogni
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