Page 204 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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si diventa, non altro – si disse – e tutte quelle storie su chi
muore e però resta, sono una follia. Bisogna essere razionali,
restare lucidi».
Si arrovellava, Rudy, sulla ragione per la quale non riuscisse a
dimenticare quel vecchio. Forse era la malattia, a renderlo
fragile. Forse, pensò, sono diventato impressionabile. O stu-
pido.
Non era sopravvissuto a lungo, l’anziano. Ma dal suo letto, in
quelle ultime ore, aveva canticchiato per Teresina una vec-
chissima canzone su una “sera dei baci”, una ballata che rac-
contava di un bell’alpino che aveva vent’anni, e nel Trentino
era andato - purtroppo - a morir. La febbre lo faceva delirare.
Credeva di avere in mano la fotografia di lei, le parlava, le
mandava dei baci. Non aveva dormito nemmeno un istante.
L’ultima immagine che gli era rimasta, dell’anziano, era
quella di un bel sorriso di incoraggiamento, che Rodolfo gli
aveva donato nel momento in cui a Rudy era stato portato il
respiratore. Tutti e due stavano malissimo. Erano arrivati al
capolinea. Solo che a lui era stata regalata un’opportunità.
All’altro no. E in quel sorriso malinconico, ma luminoso,
Rudy aveva letto quasi un addio. L'anziano aveva capito di
essere stato lasciato al suo destino. E lo aveva accettato. Lui
non aveva capito, invece. E infatti, quando si era risvegliato,
si era stupito perché il letto accanto al suo era vuoto. Lo
avevano già portato via.
I suoi pensieri, da quell’istante, si erano arrotolati come ser-
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