Page 205 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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penti, attorno al dubbio che lo consumava. Si chiedeva, Rudy,
          se l’anziano fosse morto per “colpa sua”. Sapeva che i respira-
          tori erano pochissimi. E si arrovellava a domandarsi se la sua
          sopravvivenza fosse dovuta al sacrificio dell’altro uomo. An-
          ziano, sì, ma comunque ancora in grado di continuare a can-
          tare fino alla fine. «Mi ha guardato con dolcezza – pensava –
          come chi ti saluta per l’ultima volta. È stato il suo modo di

          dirmi che andava bene così. E io l’avevo anche preso in giro.
          Lui e la sua Mimì».

          Si  era messo in  testa, Rudy, di  scoprire  come si chiamasse,
          dove fosse stato sepolto. E si era messo in testa di cercare il
          bonsai e la fotografia di Teresina, per portarglieli sulla tomba.
          «Forse – pensava - in questo modo potrò pareggiare il conto».

          Aveva  provato  a  chiedere  alla  moglie  di  aiutarlo.  Le  aveva
          raccontato  del  bonsai,  della bellezza di  Teresina, della foto-
          grafia.  Lei  non  lo  aveva  capito.  «Pensi  più  a  quel  vecchio
          sconosciuto che a me e ai tuoi bambini  – aveva gridato – e
          nemmeno eravate parenti. Non era niente, per te. E se davvero

          sei stato scelto, per sopravvivere, è perché sei più giovane, e
          lui sarebbe morto comunque, a breve».
          Aveva ragione lei. No, non nel senso che non la amasse, e che

          non  amasse  i  suoi  bambini.  Era  qualcosa  di  diverso.
          Ragionando con la mente, Rudy sapeva di non avere alcuna
          responsabilità, nella morte di quell’uomo. Ragionando con il
          cuore,  però,  sentiva  un  debito,  nel  petto,  che  lo  opprimeva.
          Non potendo più tornare indietro, non potendogli offrire il suo

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