Page 201 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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vero Rodolfo Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi».
«Ecco. Appunto. Ti sembra poco, avere il nome di un latin
lover, un divo del grande cinema muto, ammirato per il suo
stile perfino da Charlie Chaplin?».
«Ma va là – rideva lei – tu al massimo hai il nome. E comun-
que Rodolfo Valentino nemmeno lo conoscono, i ragazzi,
oggi. È roba vecchia. Come te».
Finita ogni telefonata, Rudy ricominciava a pensare all’altro
Rodolfo. Aveva gli occhi quasi trasparenti, a causa dell’età.
Era un omino sottile, dall’aria spaventata. Non aveva mai chi-
esto di telefonare a qualcuno. Stava lì, in silenzio. E sorrideva.
Gli aveva rivolto la parola per educazione, prima delle crisi
che lo avevano costretto ad indossare il respiratore: «E lei,
come si chiama?».
«Rodolfo», aveva detto l’anziano.
E Rudy aveva riso: «Anch’io…».
Era stato così, semplicemente, che avevano iniziato a parlare.
L’anziano aveva fatto l’alpino. Lui aveva servito il Paese in
Marina. L’altro non aveva più la moglie, mancata quando era
molto giovane. E non si era mai più sposato, perché la sua
bella Teresina era rimasta «l’unico amore della mia vita».
Glielo aveva giurato, quando si era ammalata. «Se te ne vai,
non ci sarà più nessun’altra». Se n’era andata via, purtroppo, a
causa della tisi, il mal sottile, come un’eroina dell’opera lirica.
Una dolcissima Mimì, con la sua gelida manina, come nella
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