Page 232 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Lavinia – di certo si è trattato solo di un arrivederci. Quel
bambino tornerà. Scenderà di nuovo, e questa volta andrà
tutto bene. Ne sono sicura. Solo che Martina dovrà trovare la
forza di aprire quella stanza, di far uscire quell’immagine che
ha imprigionato. Altrimenti sarà impossibile, far sì che ri-
torni».
Nel suo mondo, Lavinia immaginava che ogni cosa avesse
un’anima, anche le foglie, anche le forme più minuscole di
vita.
Le capitava di parlare agli oggetti.
E parlava anche alla sua stanza chiusa. «Dobbiamo ancora
risolvere tante cose – le diceva – io sono stata una bambina
complicata, ma ora non la sono più. Voglio svuotarti del tutto,
non desidero che resti più dentro niente. E forse, se riuscirò,
vorrà dire che mi sentirò finalmente sicura di me stessa, che
non avrò più ansie e indecisioni».
Chissà. Martina sembrava non riuscirci, ma la sua prova era
stata tanto tanto dolorosa. E a complicare le cose, c’era il suo
animo gentile, delicato, che concentrava tutte le sue attenzioni
su quel bambino mai abbracciato. Quante erano, le madri
costrette dalla vita a sopportare la sofferenza infinita della
perdita di un figlio. A volte accadeva prima ancora di poterlo
chiamare per nome. Altre volte, capitava quando i ragazzi er-
ano adolescenti. Erano gli incidenti, a portarseli via. E tutto il
mondo si fermava. Gli orologi smettevano di contare i minuti.
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