Page 66 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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L’astronauta  di  plastica,  alla  fine,  lo  aveva  capito,  di  non
                essere altro che un giocattolo. Non per questo aveva smesso di
                sognare. Perché «È morto Lee. È morto, capito? È morto di
                Covid-19. L’avevo detto, che sarebbe successo. Lo so che qui
                nessuno ha detto niente, ma l’hanno scritto i giornali. Non qui,
                ma là, dove l’azienda l’aveva mandato via nave. C’era anche
                la sua fotografia, sul giornale. E io lo avevo previsto. Solo che

                non mi aveva voluto ascoltare nessuno». Nel silenzio gener-
                ale, mentre i colleghi continuavano a farsi i fatti propri, qual-
                cuno rispose, più che altro per una specie di cortesia formale.
                «È morto chi?».

                «Lee – disse Luca - il ragazzo straniero. Quello che avevano
                spedito via da qui con l’ultima delegazione, quella che era an-
                data per le consegne. Quel gruppo che avevano fatto restare
                là, fino alla fine della missione, anche se si sapeva che sta-
                vano rischiando il contagio. Lui era un uomo ancora giovane.

                Qui ce l’avrebbe fatta. È un po’ come se l’avessimo ammaz-
                zato noi».

                I colleghi avevano assunto un’aria distratta.
                Non ricordavano. O preferivano non ricordare.

                In quel momento, erano molto più interessati a un altro morto,
                ben  più  famoso.  Non  era  un  operaio,  no.  Era  un  attore

                straniero,  già  anziano,  risultato  positivo  al  virus.  La  notizia
                era arrivata attraverso i soliti social. Erano tutti scossi da una
                frenesia di protagonismo, volevano commentare, volevano far


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