Page 65 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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La moglie fu contenta di vederlo di buonumore.
          In  fondo  anche  quella  bottiglia  senza  alcun  pregio  aveva  le
          sue bollicine, che facevano figura. E pur sapendo di plastica, i

          pasticcini erano meglio di niente.
          «Caro Lee – sussurrò – senz’altro adesso i tuoi cari possono

          permettersi qualcosa di molto migliore di questo. Brindo a te,
          ovunque tu sia. Spero che davvero siamo tutti solo dei giocat-
          toli. Spero che tu sia già nella cesta, spero che ti abbiano già
          cancellato la memoria dell’ultimo viaggio, in modo che tu sia
          pronto per ripartire daccapo. Mi spiace non aver potuto fare di
          più».

          Sapeva bene che il giorno dopo l’euforia sarebbe passata. Era
          un’allegria amara, la sua, quasi disperata.

          Luca  cercava  solo  di  affogare  la  frustrazione,  di  provare  a
          essere  un  uomo  peggiore,  perché  quella  società  voleva  solo
          persone  così,  distratte  e  cieche,  egoiste,  ma  sempre
          “inconsapevoli”. Gente che praticava la banalità del male, fin-

          gendo  di  non  essere  a  conoscenza  della  gravità  del  proprio
          silenzio. Sapeva che Lee gli sarebbe rimasto addosso, comun-
          que. Sapeva anche che avrebbe ricominciato a farsi del male,
          provando a difendere qualcun altro, e cercando di sollevare lo
          sguardo da quel circo quotidiano, verso, qualcosa di diverso,

          di  più  elevato.  «Verso  l’infinito  ed  oltre»,  proprio  come
          diceva Buzz. E pazienza, se ogni volta si sarebbe ritrovato per
          terra, perché non sapeva volare.


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