Page 68 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Lee che era rimasto. Lee che era morto.
                Luca aveva provato a sollevare la questione, qualche giorno
                prima. Lo aveva detto, che «non era vero che non rischiava».

                Aveva  saputo  che  c’erano  stati  altri  casi,  in  quello  stesso
                gruppo di lavoro. «Qui nessuno ne parla, nessuno ne scrive».
                Siccome  erano  tutti  di  nazionalità  diverse,  li  facevano  sbar-
                care  in  giro,  appena  sospettavano  il  contagio.  Li  dissemi-
                navano. Così era difficile ricondurli ad un unico ambiente. I
                risultati dei tamponi arrivavano solo diversi giorni dopo, cias-

                cuno per conto suo. Se ne perdevano le tracce, di quella gente,
                ciascuno finiva per morire da solo, senza che si individuasse
                un focolaio.

                «Guardate che non è giusto – aveva detto Luca – guardate che
                dobbiamo farci sentire. Oggi tocca a loro, domani potremmo
                essere  noi.  Se  ne  parliamo,  li  faranno  rientrare.  Proviamo  a
                chiederlo all’azienda…».

                Era andata come tutte le altre volte. Gli  avevano trovato  da
                dire. Gli avevano risposto che c’erano ben altre rivendicazi-
                oni, da fare, prima di quella. Tanto più che Lee non era un
                dipendente diretto.

                Era uno di quei lavoratori presi in blocco, a prezzi stracciati,
                da qualche agenzia che sub appalta lavoro.

                Per lui non valevano, le tutele riconosciute a tutti gli altri. Era
                uno  di  quei  fantasmi  che  compaiono  al  bisogno,  quando  ci
                sono molte commesse, e che scompaiono subito dopo. E poi,


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