Page 73 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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li guardava e meno capiva. Provava un onesto dispiacere, per
          quell’attore. Nulla che giustificasse, però, quell’esibizione del
          lutto. Erano tutti impazziti, come fosse mancato l’idolo di una
          qualche comunità tribale.

          Tutti scrivevano messaggi, attraverso i telefonini, tutti mette-
          vano  faccine  tristi,  tutti  imprecavano  contro  il  destino.  E  in
          quel rituale che li avvicinava tutti, Luca si sentiva estraneo.
          Ancora una volta.

          Glielo aveva detto, sua moglie, che doveva provare a vivere in
          modo  diverso,  «meno  aggressivo,  più  tollerante».  Glielo
          aveva detto il medico, che doveva «farsi scivolare via» tutte
          quelle che viveva come ingiustizie. Ci provava, ma non rius-

          civa. Perché certi pensieri gli si appiccicavano addosso. Era
          come se gli si aggrappassero ai vestiti.

          In quel momento, gli pareva di avere una gigantografia della
          faccia sorridente di Lee, attaccata sulla schiena. La sentiva, ne
          percepiva il peso, come se si stesse portando sulle spalle il suo
          corpo  senza  vita,  nel  disinteresse  generale  del  resto  del
          mondo.

          Quando suonò la sirena, Luca pensò con sollievo che anche
          quella giornata era finita.

          Ormai, da tempo, aveva contatti personali sempre più distac-
          cati, con gli altri. Lui non li capiva, e loro non capivano lui.
          Era come se la maggior parte delle persone indossasse occhi-
          ali con lenti di un colore diverso, rispetto alle sue. Si sentiva


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