Page 75 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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anche se già c’erano stati numerosi ricoveri, nell’ambito della
          squadra di lavoro cui era assegnato.
          «Puoi  anche  avere  ragione  –  gli  aveva  detto  –  ma  non  hai

          prove  che  questo  Lee  si  sia  ammalato  sul  lavoro.  Potrebbe
          essere sceso, aver incontrato  qualcuno. Non hai prove nem-
          meno del fatto che l’azienda fosse consapevole del rischio. E
          non convinceresti mai un giudice».

          Luca  gli  aveva  fatto  vedere  le  date  della  partenza,  le  date
          dell’esplosione  della  pandemia,  le  date  del  ricovero  e  della
          morte. Era evidente. C’era un legame strettissimo fra quell’in-
          carico e il contagio. E c’era anche, a verbale, la sua denuncia,
          fatta a voce in assemblea, nei giorni precedenti la scomparsa.

          Se fosse rientrato, si sarebbe salvato.
          L’uomo del sindacato gli aveva dato una pacca sulla spalla:

          «Sei un bravo ragazzo, ma non sei nessuno. L’azienda è forte.
          Probabilmente  non  troveresti  nemmeno  un  testimone.  Ne-
          anche la famiglia, guarda. Vedrai che accetteranno il risarci-
          mento, magari in nero. Finiresti disintegrato, e non risolveresti
          proprio niente».

          Luca  sapeva  che  le  cose  stavano  così.  Sapeva  che  era  tutto
          vero. Non avrebbe ottenuto nulla, se non la propria rovina. E
          tuttavia pensava che fosse proprio sbagliato. Perché al lavoro,

          presi uno per uno, non erano niente. Ma se avessero capito di
          essere un insieme di persone con gli stessi valori, allora avreb-
          bero potuto alzare la voce.


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