Page 69 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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non  c’erano  elementi  per  sostenere  che  la  sua  vita  fosse  in
          pericolo, doveva darsi una calmata.
          Luca  aveva  insistito,  aveva  spiegato  di  essere  preoccupato,

          perché la diffusione del contagio stava crescendo. «Guardate
          che ne sono già morti altri, solo che sono stati fatti scendere in
          località diverse, dove ancora non è scattata l’emergenza. Non
          è bene, lasciare il personale in giro. All’estero, in molti Paesi
          non se ne parla ancora, del virus. Non ci sono ospedali equi-
          paggiati, pronti a intervenire in caso di febbre alta. E in certi

          luoghi, comunque, la sanità è solo per chi può pagare. E Lee
          non è davvero in grado di farlo, come nessuno di noi…»
          I colleghi si erano dissociati. Non avevano alcuna intenzione a

          mettersi in contrasto con l’azienda.
          Gli avevano detto che «non doveva uscire dal suo ruolo», che

          «non era pagato per pensare», che «non era affare suo». Se i
          vertici  dicevano  che  non  c’era  problema,  significava  che  il
          problema non c’era. Punto. Luca aveva fatto notare che lì, in
          fabbrica,  avevano  preteso  giustamente  le  mascherine.  E  che
          Lee era partito senza neanche i dispositivi di protezione per-
          sonale.

          «L’hai detto – gli avevano risposto – per cui ora puoi sentirti
          sollevato,  hai  fatto la tua parte. C’è  chi  si  occupa di  queste

          cose. Non devi interferire».
          La storia era finita così. Solo che non gli era sembrato giusto.
          Perché Lee aveva una famiglia.


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