Page 62 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Provò anche a condizionarsi la mente, come gli aveva sug-
gerito la psicologa: «Lee vale di più da morto, Lee vale di più
da morto, i suoi sono finalmente felici…».
Macché. Non funzionava. Lee restava lì. Lo seguiva, lo guar-
dava, con quel sorriso inutile, col suo ottimismo insensato. E
più cercava di sfrattarlo dalla testa, più gli risultava im-
mensamente chiaro il fatto che era stato lasciato morire, solo
perché era più importante la missione, in termini economici,
che non la sua banale esistenza.
Luca sapeva che le cose funzionano così. E tuttavia, non
aveva ancora trovato il modo di conviverci.
«Se ci riescono tutti, devo riuscirci anch’io», si disse.
E chissà come, da qualche parte, gli ritornò alla mente un vec-
chio film d’animazione, intitolato Toy Story.
C’era un giocattolo, l’astronauta Buzz, che si illudeva di
essere il «difensore dell’intera galassia». Pensava davvero di
saper volare, di essere un supereroe.
Invece non lo era. E a farlo ritornare sulla terra, era stato un
altro giocattolo, un cowboy, Woody. Lo aveva costretto a
misurarsi con la sua natura.
«Tu sei solo un giocattolo – gli aveva detto - tu sei solo un
pupazzo meccanico. Tu non sei che un balocco per bambini».
Fu una folgorazione.«Forse – pensò – è così che si deve
guardare al resto del mondo. Siamo tutti dei balocchi, piccoli
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