Page 84 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Rosa aveva lavorato nelle scuole, per un po’, prima di perdere
il posto. Non era stata colpa sua, no. La cooperativa che
l’aveva assunta per le pulizie e per l’assistenza al personale,
non era più riuscita a fare fronte ai pagamenti. Ad ogni gara,
c’era chi si prestava ad abbassare l’offerta, ancora e ancora. E
alla fine, non era stato più possibile coprire i costi del ser-
vizio. Perché lavorare a quei prezzi era impossibile. Lo sa-
pevano tutti, che era così. Solo che il lavoro, lo prendeva chi
chiedeva meno soldi. E la coperta diventava sempre più corta,
sempre più corta. Si risparmiava sul personale, si risparmiava
sulla formazione, si risparmiava sui materiali. Era un disastro.
Mancava perfino il sapone, lavoravano con secchi che sem-
bravano fatti col cartoncino, con carrelli che non stavano più
in piedi. Per non parlare del vestiario da lavoro, di carta
velina.
Li avevano riciclati nei servizi agli anziani, dopo il fallimento.
E il primo impatto era stato surreale. Rosa era passata dai pic-
coli delle scuole d’infanzia a quell’esercito di vite ormai com-
piute. Era come se fosse entrata nella stessa sala, dopo un’ot-
tantina di anni. E al posto dei bambini, aveva trovato dei vec-
chi, come se il tempo si fosse concentrato in un istante, consu-
mandoli in un istante, senza che nemmeno se ne fossero ac-
corti.
Era tutto diverso, rispetto alle scuole. I colori, gli odori. Il
primo giorno aveva avuto la sensazione di soffocare. C’erano
anziani disseminati ovunque. Chi sulla poltrona, chi nei di-
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