Page 86 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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fossero tornati bambini.
Rosa aveva iniziato, da quel momento, a chiamarli per nome.
Si giravano. La riconoscevano. Mettevano mano ai ricordi.
Parlavano. Si confidavano. E dietro ad ogni volto, c’era una
lunga storia. E fermandosi ad ascoltare, Rosa aveva iniziato a
mettere insieme i pezzi, come tessere da mosaico. E si era
davvero innamorata di loro.
Aveva imparato che Lina adorava ancora farsi pettinare, a
lungo, e che soffriva, se non si sentiva bella, e in ordine,
prima di essere portata alla sala del pranzo. Le bastava un
niente, una forcina di plastica, un pettinino, per renderla estre-
mamente felice. E Rosa aveva iniziato a mettere da parte, in
casa, quei piccoli oggetti inutilizzati, che per Lina diventa-
vano tesori. Glieli faceva trovare sul comodino, senza dirle
che li aveva portati lei. E Lina si emozionava come una
bimba, trovandoli. E subito iniziava ad agghindarsi, con so-
brietà. E i suoi occhi chiari ricominciavano a brillare, come
stelle.
Rosa era sorpresa. Era come se fosse caduto un velo, che al
suo arrivo rendeva tutto fumoso, grigio, indistinto.
Non era affatto vero, che si trattasse di fantocci. Ciascuno
aveva un vissuto, che conservava e difendeva dall’erosione
del tempo. E c’era chi ricordava perfettamente il suo passato,
con lucidità estrema. Come Gino, che a quasi cent’anni ancora
raccontava con dovizia di particolari le sue ricerche sul terri-
torio, descrivendo angoli e monumenti che Rosa non aveva
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