Page 87 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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mai visto, prima. Perché non aveva saputo guardare. Se i
primi giorni le giornate le sembravano infinite, pesanti, a poco
a poco era cambiato tutto. La fatica c’era, ma c’era anche una
sorta di costante allegria, che attraversava ogni piccolo grande
gesto quotidiano. Bisognava stare attenti a Marina, che rubava
i biscotti agli altri anziani, e li nascondeva nelle tasche, senza
nemmeno rendersene conto. E guai a mettere accanto il vec-
chio Alberto e Giuseppe. Non riuscivano a capirsi, si parla-
vano addosso, finivano per litigare. Erano entrambi esperti di
diritto, riuscivano a ricordare a memoria infinite leggi. E si
beccavano continuamente.
Per risolvere i contrasti, bastava ricordarsi dei dettagli. E tutto
filava liscio. Chi appariva burbero e scorbutico, poteva rive-
larsi un grande appassionato di poesia. Chi non parlava, e ri-
maneva muto, era capace di aprirsi all’improvviso, confi-
dando una vita intera, la sua, mai raccontata prima a nessun
altro.
Ci sarebbero voluti anni, per poter ascoltare tutte quelle storie.
Era una marea di parole, di ricordi, che si riversava con-
tinuamente da una parte all’altra. Ed afferrarne dei frammenti,
era una bellissima lezione di vita. Rosa aveva superato il fos-
sato della diffidenza. Aveva dato a tutti un’identità. E quando
era arrivato il virus, già conosceva per nome tutti quei vec-
chietti, che il destino aveva riunito in quello stesso luogo.
All’inizio, tutti erano convinti che si trattasse di un allarme
immotivato. Erano arrivati guanti e mascherine, ma si utiliz-
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