Page 92 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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che li seguiva sempre, non erano mai soli, potevano contare
                su pasti caldi, buoni, adatti alla loro età. E – stando insieme –
                giocavano ancora a carte, guardavano la televisione, commen-
                tando ad alta voce. Cantavano. Uscivano in giardino.

                Col virus, purtroppo, era finita anche questa libertà. Dovevano
                restare distanti. Dovevano evitare i contatti. E dovevano ac-
                cettare di poter morire.

                «Com’è strana la vita – pensava Rosa – fino a qualche tempo
                fa  avrei  scommesso  che  l’unico  desiderio  di  queste  persone
                fosse quello di lasciarsi tutto alle spalle, di non svegliarsi più
                la mattina, di poter finalmente morire. Ora mi accorgo che si
                può avere anche un’età avanzata, ma che non per questo si è

                pronti a farsi trascinare via».
                Perfino  la  noia,  era  diventata  un  tesoro.  Chiusi  nelle  loro

                stanze, isolati, gli anziani sembravano ora disperatamente ag-
                grappati  alla  vita.  Non  volevano  morire,  soprattutto,  senza
                aver rivisto i propri cari, un’ultima volta.

                Il giorno che le avevano portato via la Lina, Rosa era crollata.
                Aveva  preso  il  pettinino,  i  fermagli,  li  aveva  messi  in  una
                bustina.  «Mi  raccomando,  continua  a  farti  bella  –  le  aveva
                sussurrato – vogliamo rivederti così, sempre perfetta…». Lina
                le aveva ridato tutto.

                «Stavolta è finita. Stavolta non tornerò».

                Lo  aveva detto con un tono grave,  che non  ammetteva rep-
                liche. Si era adagiata sulla barella, voltando lo sguardo. E l’ul-

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