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giovane  guardia  miro’...  ed  un  colpo  solo...  alle  tempia.
          Gaetano  casco’  davanti  alla  porta  del  vagone  aperto,  con  le
          mani  tese  verso  quel  pane  profumato.  Scavammo  una  fossa
          lungo i binari... ci mettemmo una rozza croce... e su un pezzo
          di  latta,  ricavato  da  scatole  vuote,  scrivemmo  “Re  Gaetano
          RIP”.

          Questi  sono  i  morti  straordinari;  la  lista  dei  morti  di  ogni
          giorno chi l’ha potuta scrivere?

          Quando si fermava la tradotta, per la misera sporca brodaglia,
          prima dovevamo prendere i morti dai carri bestiame, allinearli

          lungo la ferrovia, aspettare il camion che passava per portarli
          chi sa dove, e poi si poteva mangiare. Senza lavarci le mani e
          senza piangere! Non avevamo piu’ lacrime agli occhi!

          .Mi  domandavo:  “rna  perche'  i  Russi  ci  trattano  cosi'  male?
          Va bene, possono ancora dire che siamo prigionieri di guerra,
          ma  almeno  ci  trattassero  con  piu’  decenza  umana!  Perche’
          non permetterci di scendere dai vagoni nella sosta per la broda
          sporca?  Perche’  non  farci  lavare  nei  ruscelli  che  correvano

          lungo la ferrovia? Perche’ per i bisogni corporali non ci da-
          vano  un  po’  di  liberta’  nelle  fermate?  No...  quel  buco  nel
          pavimento del carro bestiame... per ogni bisogno. Senza una
          goccia di acqua, non un modo di pulirsi, anche quando senti-
          vamo  che  la  porcheria  ci  arrivava  agli  occhi.  Trentacinque
          giorni di questo tram...  tram funerario, da Rostov a Franco-

          forte. Nel pensarci mi si rizzano ancora i capelli in testa. Non
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