Page 104 - Lezioni di Mitologia;
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                   Tale  il canestro: giunte erano appena
                   Le giovinette nei  fioriti prati,
                   Che a vicenda traean vario diletto
                   Di primavera dai beati alunni.
                   Chi  il soave narciso, e chi del croco
                   A gara toglie l'odorosa chioma,
                   Chi le viole e mille e mille  fiori,
                   Memoria e pianto degli eterni numi.
                   Piovon le foglie in terra, in mezzo stassi
                   Regina Europa alle donzelle, e sola
                   Degna le rose colla man divina
                   Togliere al prato. Fra le Grazie apparve
                   Così Vener, dell'onde unica lode.
                   E non a te saran, vergine bella.
                   Lunga cura   i tuoi  fiori! e il cinto intatto
                   Giove  ti vede, ed arde. E tu puoi solo
                   Giove domare, onnipotente amore!
                   Già medita schivar l'ire gelose
                   Di Giuno, ed alla tua tenera mente
                   Tessere, o giovinetta, illustre frode.
                   Cela ir suo nume, muta forma, è toro:
                   Non qual   si nutre nelle stalle, e  il curvo
                   Aratro trae per le ostinate glebe,
                      fra  gli armenti pasce, o con domata
                   Cervice traggo ponderoso carro:
                   È tutto biondo; della fronte   il mezzo
                   Solo candido cerchio orna e distingue.
                   Non hanno   i glauchi occhi minaccia; amore
                   Folgoranti  gli rende,  e sulla fronte
                   Sorgon le corna, e son fra loro eguali,
                   Siccome quelle  di crescente luna,
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