Page 102 - Lezioni di Mitologia;
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Per lei sembianza avean di donna entrambe:
Una è simile a peregrina; ha l'altra
Le patrie foggie, e proteggea la figlia
Dicendo: Io le dièi vita, e questo suolo
Pargoletta toccava, e fu nutrita
Soavemente. Con le forti palme
L'altra invadeva il delicato collo.
Gridando: Europa è dell'Egioco Giove:
Mi fu promessa, ed è fatato il dono.
Sorse tremante dall'aurato letto
La fenicea donzella, e colle incerte
Mani sostenne la pensosa testa,
E il cor le palpitava. Assisa e muta
Stette gran tempo: le due donne ancora
Eran negli occhi. Alfin proruppe: sogni.
Perchè turbate del tranquillo letto
La sicura quiete? e chi dei numi
La vision m'offerse, e chi fu quella
Straniera? oh come amor di lei mi prese!
Quanto m'accolse dolcemente! i lumi
Come in atto amoroso a me rivolse!
Così la mia madre mi guarda. Oh Dei,
Rendetemi quel sogno! — E così detto,
Dal talamo balzando, andava in traccia
Delle care compagne, ad essa eguali
Per natali ed età; soave scherzo
D'Europa e quando per le danze ornava
La potente bellezza, e allor ch'il bianco
Corpo tergeva nell'Anauro, o i fiori
Come toì^liea la tenerella mano
Agli odorosi prati. Apparver tosto