Page 105 - Lezioni di Mitologia;
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Yenne sul prato, né terror la vista
Pose nel core alle donzelle. Ognuna
D'appressarsi s'invoglia, e il mansueto
Amabil toro carezzar, che vince
Coll'alito divino ancor dei prati
La fragranza gentile. Ai pie d'Europa
Incolpata fermossi, a lei lambiva
Il collo, e l'adescava: essa lo palpa
Con la tenera mano, e dalla bocca
Soavemente gli tergea la spuma,
E lo baciava. Ei sì dolce muggia.
Che del flauto Migdonio udire il suono
Giurato avresti. Le ginocchia inchina
Della vergine ai piedi il toro, il collo
Volge, la mira, e il dorso ampio le accenna.
Alle giovini allor dall'ampie treccie
Europa disse: Qua, care compagne,
Qual sia piacere nel seder su questo
Toro: noi tutte accoglier puote il tergo,
Tasto qual nave. Come gli altri tori
Non è per certo: è mansueto e dolce;
Ha senno d'uomo: la favella solo
Gli manca. — Ella così dicea ridendo,
E sopra il toro ascese. Appena il caro
Peso sentia, che salta in piedi, e vola
Al mare. Europa alle dilette amiche
Volgea la faccia e le distese mani:
Ma chi giungere un dio puote? Nel mare
Già balza, e nuota qual delfìn: sull'onde
Delle Nereidi galleggiò la schiera,
Delle balene sopra il dorso assisa.