Page 99 - Lezioni di Mitologia;
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        famosa, e coll'eterna armonia della sua cetra e dei
        suoi versi di incognita e maravigliosa dolcezza così
        riempisse  il cuore dei numi.
          Il divino Pindaro colla maestà     de' suoi versi  ci
        dipinge l'aquila, assisa sullo scettro del dio, che l'ale
        e gli  occhi dechina per   la dolcezza  del suono, e
        cader lascia dagli artigli la folgore eterna.
          E Tibullo   disse ad Apollo,    alludendo al canto
        famoso  :  « Vieni splendido  e bello  ; copriti di veste
        purpurea, ed ordina bellamente le lunghe chiome:
        sii tale come quando cantasti lodi a Giove vincitore
        dopo che fu posto in fuga Saturno.    »
          Ma col regno di Giove vennero sciagure e delitti-
        Prima la terra non era domata dall'aratro;    i limiti
        non dividevano  i campi, che volontarj producevano
       tutti  i frutti. Veleno non avevano  i serpenti, né avi-
        dità di sangue  i lupi;  il mare non aveva procelle.
       Fuggirono con Saturno questi      beni;  l'avarizia do-
        minò  il cuore  de' mortali, la  giustizia e  il pudore
        lasciarono la terra  contaminata, nuove strade fu-
        rono aperte alla morte.
          Né Giove fu    sicuro  fra tanti  iniqui dopo aver
        dato l'esempio della violenza. Egeone con altri gi-
        ganti  congiurati tentò  rapirgli  l'occupato  trono;
       Egeone, che contro il fulmine del Saturnio picchiar
       faceva cento scudi, ed altrettante spade impugnava
       vomitando per cinquanta bocche le fiamme. Ma non
       rispose l'evento all'ardire ed alla forza; poiché da
       Giove fu superato, e sotto l'Etna sepolto;     ove, al
       dir dei poeti, ancora minaccia, quando     l'immenso
       fianco mutando avventa contro     il cielo le sue fiam-
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