Page 239 - Lezioni di Mitologia;
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      postumo dei suoi   scrìtti. Mi conviene, dissi, dissen-
      tire in ciò che riguarda  il marmo, non solo di que-
      sta statua, ma in ciò che ne deduce; cioè che que-
      sta, e gli  altri capi  d'opera  dell'arte  antica non
      sieno che copie   d'alti perfetti  originali, o almeno
      originali di second'ordine, impareggiabili, se si con-
      frontino con ciò che l'arte   rediviva fra le nazioni
      moderne ha saputo produrre, ma molto al di sotto
      dell'opere ammirate dalla Grecia. Questa opinione,
      comecché faccia onore a chi l'ha proposta, perchè
      nasce da un'idea di perfezione assai superiore alla
      comune capacità che quel grande uomo        si era fis-
      sata in mente, e che era l'archetipo che si sforzava
      ritrarre nelle sue pitture, formata sull'astrazione di
      ciò, che vi ha di più    sorprendente   nei  pezzi  dei
      più insigni della greca scultura, non è però confer-
      mata dalla verità, ed è appoggiata di vacillanti ar-
      gomenti, quando   si voglia estendere a tutto   indis-
      tintamente   ciò che  ci è pervenuto    dalle  antiche
      scuole dell'arte. I dubbi  sull'originalità dell'Apollo
      si riducevano   alla  qualità del marmo,   all'essersi
      trovata in Anzo, e ad alcuni     apparenti  difetti os-
      servati nella figura, riconosciuta  d'altra parte per
      ciò che di più bello esista nell'arte.
         » L'opinione falsa che fosse marmo     di Carrara,
      era la ragion più forte, come quello ch'era ignoto
      nel secolo dei  grandi  artefici. La non   originalità
      dell'Apollo  era poi un argomento da      estendere  i
      dubbi sopra qualunque altra scultura.
           Verificato pertanto che sia marmo     delle cave
         »
      di Grecia e del   più  bello,  cade  il fondamento di
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