Page 260 - Lezioni di Mitologia;
P. 260

248

                in questo nostro Museo. L'abito è quello stesso che
                i poeti latini attribuiscono  a' citaredi e alle persone
                teatrali,  e chiamano palla, benché non con tutta
                la proprietà. (La palla dei Latini era, secondo Tos-
                servazione  di Servio, la stessa cosa che  il peplo dei
                Greci). Questa danno ad Apollo quando lo descri-
                vono come poeta, o come cantore, onde Properzio :
                Pizie (o Apollo) risuona carmi in lunga veste. Ed
                Ovidio: Lo stesso dio dei poeti ragguardevole per
                aurea palla, tratta le armoniose corde della dorata
                lira. E Tibullo: L'estremità del peplo, o palla, sem-
                brava scherzare fra   i talloni, poiché questa era la
                veste dello  splendido corpo. Pendeva dalla manca
                parte  la garrula lira, opera dì rara arte, risplen-
                dente per la testuggine e l'oro.
                   «  Qui sembra che     il poeta avesse innanzi agli
                occhi  la nostra   statua, dove l'artefice ha voluto
                significare  la ricchezza  di questo  abito  di Apollo
                 colla gemma che lo guarnisce sul petto. La clamide
                 che  gli  sta sospesa agli omeri con due borchie è
                 anche parte  di questo abito citaredico, per testimo-
                 nianza degli antichi scrittori. La fascia, o zona, che
                 gli circonda  il petto, é più alta delle cinture ordi-
                 narie: era questa un altro abbigliamento della ve-
                 stitura scenica, come può ancora congetturarsi dalle
                 immagini della Musa tragica, e di quella delle tibie,
                 fornite  nei monumenti   antichi  di  simil fascia. La
                 cetra apta  haltlieo, secondo la espressione di Apu-
                 leio, pende  dagli omeri del nume per una specie
                 di  armacollo-.  Tali cetre più grandi, che così per
                 comodo   si sospendevano, vengono da Esichio dette
   255   256   257   258   259   260   261   262   263   264   265