Page 259 - Lezioni di Mitologia;
P. 259

247
     stria del lavoro, non meno che la celebrità del luogo
     dove erano esposte queste statue alla luce dell'uni-
      verso, che  si affollava nella sua metropoli, può es-
     sere stato il motivo che indusse gli antichi scultori
     a copiarla per fare una statua dell'imperatore, come
     ancora delle diverse repliche delle Muse che ci sono
     rimaste in attitudini simili forse a quelle delle lo-
     date di Filisco, come andremo a suo luogo notando.
        » Raccogliamoci alquanto     dallo  stupore  in cui
      ci trasporta l'osservazione di così bel simulacro per
      esaminar ciò che d'istruttivo, circa le antiche co-
      stumanze, ci presenta parte per parte. Incominciando
      dal capo veramente mirabile per avervi l'antico ar-
      tefice scolpita, per così dire, l'immaginazione,  sol-
      levata dall'estro quasi al vaticinio, è questo coro-
      nato dal lauro, pianta consacrata da Apollo ad esser
      l'ornamento   dei  vincitori  e  dei  poeti.  Era simil
      corona  tanto propria dei citaredi che nel certame
      delfico  dei  sonatori  di  cetra  comparivano  questi
      coronati di lauro. Osserva Luciano a tal proposito
      che i più poveri  si contentavano dell'alloro naturala,
      mentre  i più ricchi  si adornavano di lauree d'oro,
      ornate di smeraldi in luogo di bacche. La gemma

      che distingue la corona del nostro Apolline può ri-
      ferirsi  a  simil costume:  questa gemma unica nel
      centro della corona, che corrisponde alla fronte, so-
      leva adornare   le lauree più preziose  , come lo  di-
      mostrano molte medaglie, fra le quali un medaglione
      di Commodo del Museo Carpegna ora in Vaticano,
      un busto   colossale  di Traiano in Campidoglio, e
      una singolarissima testa   di Augusto in età senile
   254   255   256   257   258   259   260   261   262   263   264