Page 262 - Lezioni di Mitologia;
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                     Lazio con l'edra Filitea gareggi:
                     Fumin gl'incensi: triplicata benda
                     Cinga l'are: la pura onda spargete.
                     Mentre  all'aitar recente  i frigi modi
                     Ai numi liberà Migdonia tromba.
                     Lungi,    frodi. La colpa in altro  cielo
                     Alberghi. Febo con l'allor lusinga
                     La nuova strada al suo poeta.        musa,
                     Narra del Palatino Apollo    il tempio:
                     Del tuo favor l'impresa è degna. Augusto
                     Chiede versi;  si taccia anco di Giove
                     Quando Augusto     si canta: a Febo un porto
                     S'innalza, e fugge d'Atamante    i  lidi,
                     E cela dell'Jonia onda   il muggito.
                     Or la nave lulea fama è del mare
                     Che al pallido nocchier non detta    i voti.
                     Qui del mondo pugnar     le mani: ascose
                     Mole di pini con diverso fato
                     L'onde soggette. Eran d'Antonio     i legni
                     Odio a Quirino, e in la feminea destra
                     Avvilita tremò l'asta romana.
                     Dell'augurio  di Giove avea le vele
                     Piene l'Augusta nave, e l'altre insegne
                     A vincer dotte per la patria. Alfine
                     In doppio arco curvò Nereo     le schiere,
                     E dai lampi dell'armi   il mar dipinto
                     Tremava, allor che lasciò Delo Apollo;
                     Delo che  sta, vindice  il nume, e un giorno
                     Soffiò Noto dinanzi al suo furore.
                     Sopra Augusto ristette, e nuova fiamma
                     Apparve, che curvossi in face obbliqna
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