Page 261 - Lezioni di Mitologia;
P. 261

249
       fopiif^ysq^ parola greca con cui talora si denota ogni
       sorta di cetra o lira : nomi dagli antichi stessi usati
       talvolta promiscuamente. La nostra è notabile pel
       basso rilievo di Marsia appeso, che ne adorna uno
       dei corni, o braccia, dette dai Greci àyxwvs? o cubiti.
       Intendiamo adesso quanto voglia significarsi da Ti-
      bullo colle citate parole o^era di rara arte, e come
      convenientemente Luciano descriva Orfeo e le Muse
       affigiate nelle cesellature dell'aurea cetra di Evan-
       gelo. Intendiamo ancora con quanta ragione fosse
      prescelto questo simulacro a rappresentare Nerone,
       che mostrava una somma emulazione coi più famosi
       sonatori di cetra, e nei pubblici certami di Grecia
      fìngea assoggettarsi al libero giudizio de' Presidenti
       dei  giuochi per aver motivo     di più compiacersi
       della  vittoria. Quel corpo rettangolare, che   si  di-
       stingue verso la estremità inferiore della cetra, era
       detto Magade dagli antichi, e lo troviamo descritto
       in Esichio qual lo veggiamo rappresentato. Serviva
       per chiudere un vuoto che desse maggior voce allo
       strumento,  le  cui corde sulla magade    si termina-
       vano.  Questa concavità distingueva     le  lire  dalle
       semplici cetre  , che non ne erano fornite  , secondo
       l'opinione degli espositori delle antichità ercolanesi. »

                PER LA VITTORIA NAVALE DI AZIO


         Tacete tutti: nuovi versi   io canto,
            Sacerdote alle Muse. Innanzi ai lari
            Cada percossa una giovenca. L'urna
            Ministri l'acque di Cirene:  il serto
                                                      32
          NiccoLiNi. Lez. di Mit. ecc.
   256   257   258   259   260   261   262   263   264   265   266