Page 290 - Lezioni di Mitologia;
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Ricondurranne, alla proposta caccia
Torneremo di nuovo. Apre la terra
Di Febo il raggio, e lo star più si vieta:
Tregua alle reti. — Obbediente ai detti
La schiera le dilette opre interrompe.
S'apre una valle che Gargafia ha nome
Cui l'acuto cipresso orrore accresce,
Cara alla dea succinta. Antro selvoso
Cupo vaneggia nel recesso estremo:
Arte par di natura, e qui fìngea
L'imitatrice sua col proprio ingegno,
E con pomice vivo e lievi tufi
Curvava arco nativo. Un fonte a destra
Strepita, e move fra dipinte sponde
L'onda d'argento. Qui la dea soleva
Terger nell'acque le virginee membra
Nella caccia stancate. Or che vi giunse,
A ninfa delle certe armi custode
Consegna i dardi, la faretra e l'arco
Disteso: un'altra alla deposta veste
Sottopone le braccia, e sciolgon due
L'impaccio dei coturni ai pie veloci,
E Crocale più dotta in un sol nodo
Raccoglie i crini per lo collo sparsi.
Benché laccio veruri non le reprima
La libertà delle neglette chiome.
Attingon l'onda e Jale e Nife e Rani;
Dall' abil' urna la diffonde a gara
Fiale con Seca: coU'usato umore
Mentre si terge la Titania dea.
Il nipote di Cadmo al bosco arriva