Page 312 - Lezioni di Mitologia;
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                   E vindice. Volò pubblico grido
                   Che Eneo, per l'anno che con larga usura
                   Rese ai cultori gli affidati frutti,
                   Biade a Cerer libasse, e vino a Bacco,
                   A Pallade l'umor biondo di olivo,
                   Onde a tutti   gli Dei giunse l'onore
                   Ambizioso, che agli agresti numi
                   Nel principio  si dee. Solo a Diana
                   Freddo rimase l'obliato altare.
                   Può lo sdegno sui numi ancora! Inulta
                   Io non sarò se inonorata, esclama
                   La diva: manda per     gli oenei campi
                   Cignal vendicator d'Epiro erbosa,
                   Maggior de' tori : spiran fiamme e sangue
                   I lumi: eguale è   il setoloso tergo
                   A selva d'aste: la bollente spuma
                    Con strider roco dall'adunca guancia.
                    Ch'arma   il fulmin dei denti, a terra cade.
                    Or calca nelle  liete erbe nascenti
                   La promessa dell'anno, or del cultore,
                    Pianto maggior, miete    i maturi voti;
                    Cade la vite al suo marito accanto,
                   E  il sempre verde olivo. Infuria ancora
                    Nel gregge, nell'armento, e noi difende
                    Cane, toro, pastor. Fugge la plebe,
                    E par nelle città sicura appena,
                    Finché desio d'onore arse nel petto
                    A Meleagro, e di compagni      illustri
                    A schiera eletta. Vi è la doppia prole
                    Di Leda, che diverso onor commenda;
                    Giason ch'osava violare   i  flutti
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