Page 315 - Lezioni di Mitologia;
P. 315

303
           Ad  Ilio giunto consiglier canuto
           Se, sull'afRssa asta librato,  i rami
           Non afferrava di vicina querce
           Ove mirò sicuro   il suo nemico,
           Che invano   i denti nell'annoso tronco
           Consuma,   e stanco coll'adunco rostro
           D'Otriade, ch'ai recenti anni  si fida,
           L'anche divora. Ma di Leda     i  figli,
           Non stelle ancora eh' il nocchiero implora.
           Su due destrieri più che neve bianchi
           Ivano, e d'ambo dalla man vibrato
           Fischiar l'aure facea tremulo dardo,
           E ferita la belva avriano:   il denso
           Orror dei boschi contendea l'ingresso
           Ai cavalli,  allo  stral. Segue  il cinghiale
           L'incauto Telamon   :  felice inciampo
           Fangii esculee radici, e prono   al suolo
           Cade : Peleo l'alzò  : vibra Tegea
           Coler saetta dal curvato legno.
           Che alla belva strisciò l'orecchia:  il sangue
           Sul nero vello rosseggiò: più lieto
           Meleagro di   lei fu certo:  il primo
           Il sangue vide,  e l'additava  il primo
           Ai compagni, e gridò: L'ambito onore
           È d'Atalanta. Arrossir tutti; un grido
           Levossi, e con la voce   il valor crebbe.
           Volano mille dardi: è l'uno all'altro
           D' inciampo, ed al disio nuoce la fretta.
           Quando incontro   il suo fato Anceo furente
           Vola gridando: All'arme mia cedete,
              giovinetti; dal virile braccio
   310   311   312   313   314   315   316   317   318   319   320