Page 369 - Lezioni di Mitologia;
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       testa Anchise, ma allor che vide le divine forme di
        Citerea  rivolse  altrove  gli occhi impauriti,  si  co-
       perse colla veste  il bel volto  ,  e gridò: Tu m' in-
        gannasti,  diva: ma pietà   ti prenda di me che poco
        vivrò ed infermo fra  i mortali, perchè questa è la
                                le dee. —
        pena di chi giace con
          Consolò Venere   i timori dell'eroe; scusò  il pro-
       prio errore coll'esempio di altri beati:  illustre figlio
       ed ancor più famosi nipoti promise all'amante. Ma

       gli  fé' severo comando  di tacere la vera madre del
       figlio che nascerebbe, e  d' imputarlo alla ninfa Cal-
        ciopida; che se  egli avesse manifestata la sua   for-
        tuna provato avrebbe    il fulmine di Giove   e  l'ira
       degli  altri numi.
          Ma non fu Anchise     il solo fortunato fra  gli uo-
       mini pei favori di Venere. Adone aveva fama mag-
        giore ed annual tributo   di lacrime, come    udirete
       nel  fine  della presente Lezione   da Mosco in un
       bellissimo  canto  funebre  sulla morte   dell' assirio
       giovinetto.  Il Salvini volgarizzandolo con non ordi-
       naria eleganza mi ha dissuaso da tentare la stessa
       fatica.
          Gli  altri amori e  le altre imprese di Venere  ri-
       serbo ad un'altra volta, per trattenervi sulle diverse
       maniere nelle quali vien rappresentata, argomento
       di tanto  interesse  per  voi, e scopo  principale dei
       miei  studii.
          Venere è stata rappresentata ancora     presso  gli
        Etruschi con una   tortorella, perchè secondo    Ari-
        stofane  gli amanti amano   gli  uccelli. Così  questa
       dea  si trova suU' altare della  Villa Borghesi. Nel
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