Page 365 - Lezioni di Mitologia;
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LEZIONE VIGESIMASETTIMA.


                              Venere.













          Venere,- eterna voluttà degli Dei, degli uomini,
       delle belve, favoleggiarono  i più fra gli antichi che
       nascesse dal sangue    della disonesta   ferita  ,  colla
       quale Saturno mutilò    Celo   padre  di  lui,  e  dalla
       spuma del mare. Appena      nata,  dai  capelli  e  dal
       volto spremeva con ambe le mani l'onda dell' Ocea
       no: e  il principe degli antichi pittori, Apelle  , così
       l'espresse in quella tela divina, maraviglia e delizia
       dell'universo. Antipatro Sidonio parlando di questa
       famosa pittura in tal maniera favella: Rimira Ve-
       nere escita or ora dall'onda, nobile opera dell'illustre
       Apelle. Spreme dalle lunghe chiome la spuma che
       è nei  crini.  Pallade, avendola veduta,   così parlò
       con Giunone: E giusto cedere a Venere nella       bel-
       lezza. — Dicesi che concepita in una conchiglia ri-
       piena di perle, navigò   con questa a Cipro, onde
       Stazio facendo l'elogio di una bella donna    fa  dire
             NiccoLiNi. Lez. di Mit.  ecc.           45
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