Page 378 - Lezioni di Mitologia;
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E ch'io un dolce veleno avvalli, e fugga,
L'amor bevendo in tanto: io questo bacio
Guarderò, come fusse Adone istesso;
Giacché da me, sposo infelice, fuggi.
Tu lontan fuggi, Adone, e ad Acheronte
Ten vai, al crudo e disamabil rege.
Ed io vivo infelice, perchè dea
Sono, e di te seguir non m'è permesso.
Ricevi, Proserpina, il mio marito;
Che in ciò tu sei molto di me migliore;
E tutto il bello a te ne scende, e a Pluto.
Tutta misera son, tutta dolente.
Né di doler mi veggio mai satolla.
Piango Adon, che m'è morto, e te pavento.
Tu muori, o mio diletto, e Tamor mio
Da me sparì qual sogno, e volò via.
Vedova è Citerea, e in sua magione
Stannosi indarno i pargoletti Amori.
Teco perì, né più possiede incanto
Olà sì pieno di grazia il mio bel cinto.
Perchè, audace garzon, seguir la caccia.
Essendo tu sì bello? e colle fiere
—
Perchè serrarsi tanto in dura lotta?
Vener così piangea; ed al suo pianto
Sospira, e piange il coro degli Amori.
Ahi ahi Ciprigna; è morto il bello Adone!
Tanto Venere sparge amaro pianto,
Quanto Adon versa sangue ; il tutto in terra
Vien fiori ; il sangue partorisce rose
E le lagrime anemoli si fanno.
Io piango Adone, ecc.