Page 45 - Lezioni di Mitologia;
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iorma della fabbrica alludevano alle qualità degli
frnmortali che credevano abitarvi, poiché lunghi e
scoperti erano i templi di Giove , di Cielo , della
Luna, rotondi quelli di Venere, del Sole, di Cerere
e di Bacco, e riquadrato era quello di Giano. Né
ciò bastava : conveniva pure che il luogo ancora
additasse la natura e 1' ufficio degli Dei. Infatti
quelli ai quali era affidata la tutela delle città, col-
locando la loro sede nel più elevato sito, sembra-
vano signoreggiarle. In mezzo alla frequenza dei
cittadini sorgevano le macchine sacre alle divinità,
venerande custodi e maestre delle arti e della pace.
Tutti i templi erano volti all'oriente, poiché ninno
omaggio riputavano agli eterni più caro della luce,
primogenita degli esseri ed anima dell' universo.
Ancora i primitivi Cristiani tennero questo costume,
come Clemente Alessandrino ne insegna, ma per
motivo vero e sublime.
Lunga opra sarebbe l'annoverare quante pitture,
quanti simulacri che fama sono ancora degli arte-
fici antichi, ornassero queste fabbriche, e come le
dipinte pareti, gli scudi votivi, le insegne conqui-
state rammentassero agli uomini terrori, speranze,
vittorie e tutti gli altri eventi della fortuna, le cui
permutazioni non hanno tregua. Difendeva la pre-
senza degli Dei ancora l'oro, che non avea violata
l'ingenua semplicità dei loro templi; ed eran pure
assicurati dalla riverenza di que' rozzi mortali non
corrotti dai vizj e dalle sciagure. Divenuti i numi
d'oro e d'argento , invogliarono alla rapina; e ne
diedero i primi l'esempio i Galli guidati dal sacri-
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