Page 46 - Lezioni di Mitologia;
P. 46

34
             lego Brenno, che derubarono     il tempio  di Delfo, e
              deridendo  la  religione  dei  sepolcri cercarono con
              memoranda avidità l'oro fra le ceneri degli estinti,
             mostrando che dalla barbarie dei vincitori nemmeno
             il sonno della morte è sicuro.
                Converrà adesso parlare dei sacrifizj, che divide-
             remo,   secondo   il genere dei numi ai quali erano
             offerti, in  celesti, marini ed infernali. Succederà a
             questi la descrizione di quelli  coi quali gli antichi
             sancivano   il giuramento, placavano le ombre degli
             estinti, le di cui tombe bevvero qualche volta umano
             sangue.   Achille  offerse  al troppo vendicato amico
             quello  dei  prigionieri Troiani;  Pirro  sulla tomba
             di lui uccise Polissena guidato dal paterno furore.
             Ma   gli Dei aveano già dato l'esempio della colpa:
             che r ara   di Diana era    stata tinta in Aulide col
             sangue   d'Ifigenia,  e un padre immolava all'ambi-
             zione del regno la sua primogenita figlia.
                Euripide, Seneca   ci narreranno    nella seguente
             Lezione, questi  sacrifizj, eterna vergogna degli uo-
             mini e degli Dei, che furono

                   9 Famoso pianto della scena Argiva.     »


             Favelleremo   intanto  di  quelli che  si offrivano  ai
             celesti. — Erano    soliti  celebrarsi  in primo luogo
             quando   le gote dell'aurora, per servirmi dell'espres-
             sione  di Dante,   pallide divenivano, ed  il sole ap-
             pariva  sull'oriente. Serti composti colle frondi degli
             alberi  cari  agli Dei  ai quali sacrificavasi, corona-
             vano le vittime,  gli  altari,  i sacerdoti,  i vasi stessi
   41   42   43   44   45   46   47   48   49   50   51