Page 472 - Lezioni di Mitologia;
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A tanto lutto il nostro Cielo? I gioghi
Te piangeranno del Menalio monte,
E il mesto cinto, e tacerà di Delfo
Il fraterno delubro. — E tratta intanto
L'Etnea fanciulla sul volante carro,
Sparte all'aura ha le chiome, e palma a palma
Batte e vane preghiere al Cielo inalza:
Ah dai Ciclopi i fabbricati dardi,
Oh Padre in me che non torcesti? ali* ombre
Mi consegni, o crudel: da tutto il mondo
Discacciarmi ti piace, e nulla in core
Pietà ti grida? ove è l'amor d'un padre?
Qual delitto in me tanta ira commove?
Non io di Flegra nel fatai tumulto
Portai l'insegne contro il Ciel, né sono
Conscia d'alcun delitto, eppur m'aspetta
Il baratro tremendo. voi felici
Donzelle, ch'altro rapitor toglieva!
Godete almen della comune luce.
Col pudore anche il sole a me si toglie,
Del Tartareo tiranno ultima schiava.
male amati fiori, o della madre
Disprezzati consigli, o di Ciprigna
Arti tardi scoperte. madre naia,
Aita; al fero rapitor sorprendi
—
L'orride briglie, e al mio dolor soccorri.
Da tai detti il feroce, e dalle belle
Lacrime è vinto, e del primiero amore
Sente i sospiri, e alla fanciulla il pianto
Ter2:e col ferruorineo ammanto, e il mesto
Dolor consola con placata voce.