Page 471 - Lezioni di Mitologia;
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Le move, e l'odio al rapitore accende;
Ei qual lione che giovenca afferra
Decoro dell'armento, e con gli artigli
Sbrana il petto, poiché nel tergo immenso
11 furor consumò, scote di sangue
I tinti velli, e dei pastor disprezza
I vili sdegni. Gli dicea Minerva:
Re di vigliacca plebe, o dei fratelli
Pessimo, con la face e col flagello
Qual delle furie qui ti spinse? ed osi
Profanar con la tua quadriga il mondo?
Per te di Lete è il pigro stagno, e sono
Spose degne di te le stigie ancelle.
Torna alla notte tua, lascia il fraterno
Retaggio; a che calpesti il nostro mondo,
Ospite infame? — E percotea gridando
Collo scudo i corsier; fischiano i serpi
Della Gorgone incontro al nero carro,
L'asta fiammeggia, e già saria vibrata,
Ma puro raggio di tranquilla luce
Giove ne torse, e con tonante nembo
Genero confessava il re dell'ombre.
Lor malgrado cedean le dive, e sciolse
Tali accenti Diana: Ah noi ricorda:
Addio per sempre: altro tentar ne vieta
Reverenza del Padre: in tua difesa
Non vagliam vinte da maggior impero;
In te congiura il genitor, al muto
Popol sei data, e non vedrai le tue
Desiose sorelle, e il coro eguale.
Qual fortuna ti tolse al mondo, e danna