Page 474 - Lezioni di Mitologia;
P. 474
462
L'anime gli si fanno : Austro non scote
Cotante foglie dalle frondi: incontra
Inferno il proprio Re: sereno ei torna:
Con facil riso la mestizia eterna
Mansuefece. Flegetonte s'alza
Al venir del suo re, d'ardenti rivi
Spuma l'ispida barba, e tutto il volto
Scorron gì' incendi!. Dalla plebe eletti
Ministri sciolgon dei destrieri il freno,
E gli guidan fumanti ai noti prati.
Parte tiene la reggia, orna di rami
Le soglie, e il letto con adorni vasi
Inalza. Cingon con pudica schiera
L'Elisie madri la regina, e fanno
Al tenero dolor frode soave
Con detti accorti; dell'errante crine
L'error si frena, e delle nozze il velo
Il timido pudor orna e difende,
La pallida region si allegra, e stanno
L'ombre de' morti coronate a mensa.
Rompe il silenzio dell'antica notte
Un insolito canto, e son più rari
Li orrori eterni; non l'incerte sorti
Agita Fuma di Minòs, è muto
Ogni flagello, non urli, non pianti
Odi, e sospese son le pene inferno.
Il Tartaro respira, e più non alza
Issione la rota, e non si toglie
L'invido umore dai Tantalei labbri.
Tizio le membra spaziose inalza
E del pallido campo i nove giri