Page 473 - Lezioni di Mitologia;
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               Perchè tormenti con funeste cure
               Proserpìna  il tuo cor? scettro maggiore
               Avrai, né son di te consorte indegno.
               Io pur son prole di Saturno, e serve
               A me la mole delle cose:     il giorno
               Non stimar che    ti sia rapito: abbiamo
               Altre  stelle, altro  sol, luce più pura
               Saravvi, e stupirai gli Elisi campi
               Ed  i beati abitatori, e prole,

               Aurea dimora, e più felice etade.
               Ciò che  i numi mertaro una sol volta
               Sempre tenghiamo, più fecondi prati
               Con Zeffiro migliore educan    fiori
               Eterni, ch'Etna tua mai non produsse.
               Albero ricco nell'opaco bosco
               Sorge e gli curva   i risplendenti rami

               Verde metallo; a te    fia sacro,  e ricca
               Sarai tu sempre degli aurati pomi.
               Poco   ti dico: ciò che  il Ciel sereno
               Contiene, quello che produce    il suolo,
               Abbraccia   il mare, e traggon seco   i fiumi
                Scenderà tutto nel temuto regno.
               La porpora deposta, ai piedi tuoi
               Fra la plebe confusi   i re verranno.
                Tutto eguaglia la morte:   e pene ai  rei,
                Riposo  ai giusti tu darai. Le colpe,
                Giudice te, le nuove ombre diranno.
                Ricevi col Leteo fiume le Parche
                                i tuoi detti saranno. —
                Ancelle, e fato
                Sì disse e  i  lieti corridori esorta,
                E più mite all'averne entra. D'intorno
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