Page 495 - Lezioni di Mitologia;
P. 495

483
              Lo trova immerso; e con le fredde bracia
              Cingendolo s'inspira a lui nel volto;
              Nelle fauci, nel sen gli  soffia,  e versa
              I suoi digiuni nelle vuote vene:
              Compita l'opra, la feconda terra
              Lascia;  ai poveri  tetti, agli antri noti
              Ritorna.  Il sonno con placate penne
              Eresitton lusinga, e già dei sogni
              Nell'immagini  i  cibi  ei cerca, e move
              La vana bocca, ed    i delusi denti
              Stanca in loro, e le lievi aure divora.
              Si sveglia, e regna la vorace fame
              Nelle viscere immense, ond'egli chiede
              Ciò che rinchiude e mare ed aria e terra,
              E a mensa piena del digiun     si lagna,
              E quel eh' un popolo empie a lui non basta.
              Nella voragin   dell' ingordo ventre
              Tutto alfine discende  il censo avito,
              E  le sue membra a lacerar col morso
              Necessità lo strinse,  e col suo corpo
              II misero la vita e scema e nutre.
                    Ovidio, Metamorf.^  lib. vin,  v. 741 e segg.
   490   491   492   493   494   495   496   497   498   499   500