Page 495 - Lezioni di Mitologia;
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Lo trova immerso; e con le fredde bracia
Cingendolo s'inspira a lui nel volto;
Nelle fauci, nel sen gli soffia, e versa
I suoi digiuni nelle vuote vene:
Compita l'opra, la feconda terra
Lascia; ai poveri tetti, agli antri noti
Ritorna. Il sonno con placate penne
Eresitton lusinga, e già dei sogni
Nell'immagini i cibi ei cerca, e move
La vana bocca, ed i delusi denti
Stanca in loro, e le lievi aure divora.
Si sveglia, e regna la vorace fame
Nelle viscere immense, ond'egli chiede
Ciò che rinchiude e mare ed aria e terra,
E a mensa piena del digiun si lagna,
E quel eh' un popolo empie a lui non basta.
Nella voragin dell' ingordo ventre
Tutto alfine discende il censo avito,
E le sue membra a lacerar col morso
Necessità lo strinse, e col suo corpo
II misero la vita e scema e nutre.
Ovidio, Metamorf.^ lib. vin, v. 741 e segg.